Vi propongo un breve estratto dall’ultimo libro di Efrat Ginot (qui una breve passata discussione (“Neuropsicologia dell’inconscio” di E. Ginot: consiglio di lettura), in cui si delineano brevemente alcuni fra i passi avanti fatti nel campo della ricerca e degli studi di efficacia in psicoanalisi.
Dr Luigi Merico

“Numerosi studi hanno confrontato approcci terapeutici a breve termine […] con terapie a lungo termine psicodinamicamente orientate. Nonostante la nozione accettata e sostenuta da alcune prove empiriche che gli approcci orientati sul sintomo siano altrettanto efficaci, i risultati di studi recenti appaiono molto più interessanti. Alla luce del modello dell’inconscio sono anche poco sorprendenti. In un ampio studio di meta-analisi, Shedler (2011) offre prove convincenti del fatto che la terapia psicoanalitica è efficace nell’apportare un miglioramento sintomatologico tanto quanto altri approcci più “evidence-based”, come la terapia cognitivo-comportamentale. Per di più, i pazienti sottoposti a terapia psicoanalitica mantengono i loro risultati. Questi risultati terapeutici continuano a rafforzarsi nel tempo. Analogamente, Rabung e Leichsenring (2011), così come Huber e collaboratori (2011) hanno analizzato l’efficacia terapeutica delle terapie a lungo termine e della psicoanalisi. Entrambi questi approcci sono risultati più efficaci rispetto alla terapia a breve termine, sia alla fine del trattamento sia in seguito. Luten e collaboratori (2011) hanno trovato che, anche dopo la fine del trattamento, i pazienti mostravano un “effetto dormiente” (sleeper effect) e riferivano che i loro risultati terapeutici si erano mantenuti stabili e addirittura si erano rafforzati nel tempo.
In uno studio interessante, Knekt e collaboratori (2011) hanno esaminato tre modalità terapeutiche:
– una terapia “solution focused” della durata di 12 sedute
– una terapia psicodinamica a breve termine della durata di 20 sedute
– una psicoterapia dinamica a lungo termine della durata di 3 anni
Inoltre, un gruppo di pazienti si è sottoposto a un trattamento psicoanalitico, con 4 sedute a settimana. Cinque anni dopo, al follow-up, la psicoterapia a lungo termine e la psicoanalisi risultavano le più efficaci nella riduzione dei sintomi e nel mantenimento del cambiamento. Infine, anche Taylor (2011) e Slavin-Mulford e Hilsenroth (2011) sostengono che alla fine del trattamento i pazienti che si sono sottoposti a una terapia psicodinamica a lungo termine raggiungono un cambiamento strutturale, mantengono i risultati ottenuti e continuano a trarre beneficio da essi dopo la fine della terapia.
[…] Non conosciamo con esattezza i fattori determinanti che contribuiscono al cambiamento (Safran, Shaker, 2011) (ma) […] per quanto si possa sperare di trovare soluzioni semplici a problemi così complessi, per quanto si possa desiderare di migliorare rapidamente i sintomi e le difficoltà emotive, quel che sta emergendo è completamente in sintonia con ciò che sappiamo rispetto ai processi inconsci del cervello-mente. […] I processi inconsci sottostanno a qualsiasi difficoltà emotiva.”

Tratto da E. Ginot, Neuropsicologia dell’inconscio. Integrare mente e cervello nella psicoterapia, R. Cortina, 2017, pp. 241-242-243

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